La soddisfazione dell’impegno

Impegnarsi  nella vita e sul lavoro, dare il meglio di sé – non con dei picchi, ma con continuità – garantendo prestazioni costantemente elevate, dipende essenzialmente dalla motivazione del singolo.

 

Ebbene io credo che questa motivazione ci possa essere, possa essere costante, possa esserci anche quando magari verrebbe voglia di buttare tutto all’aria, perché ci sono delle difficoltà, perché le scadenze piombano sulla testa senza che appaia nella testa dell’altro, nella testa del legislatore, una chiara rappresentazione delle difficoltà tecnico – operative nell’adempiere queste richieste, ebbene anche in questi casi la motivazione ci può essere se una persona è coinvolta; io credo che non possa esistere motivazione, non ci sia partecipazione senza coinvolgimento.

 

E la motivazione, la volontà individuale, la scelta individuale è alla base della qualità; quindi il coinvolgimento comincerei a porlo come uno degli elementi base per fare qualità, per investire in termini di qualità.

Qualità significa responsabilità, coinvolgimento è prodromo della qualità, quindi anche prodromo della responsabilità.

 

Non possiamo immaginare a un regime all’interno dello studio, dell’ufficio dove ci sia chi fa e chi controlla costantemente, e quindi dobbiamo puntare a costruire attraverso il coinvolgimento e la competenza, la capacità di ognuno di essere responsabile, per gradi, un po’ alla volta, ma di essere responsabile non solo di ciò che fa, ma anche di come lo fa, e quel come lo fa deve essere definito dal leader di quell’ufficio, quindi dal titolare, dal professionista, dal gruppo degli associati.

 

Il riferimento di ogni persona deve essere ciò che viene fatto unito a come questa attività deve essere svolta.

Quindi le leve, che io vedo importanti all’interno del front-office, dove si è chiamati molto spesso a rispondere in presa diretta, o telefonicamente o faccia a faccia, con l’interlocutore, devono essere la competenza, e qui competenza tecnica, sulle procedure, sulla modulistica, sulle domande da fare, sui dati da raccogliere, ma anche sul come porsi, sul come spiegare, sul come dire le cose, devono essere il coinvolgimento, da un lato, come generatore e alimentatore della motivazione che è alla base della qualità del lavoro, e la responsabilizzazione del singolo, senza la quale dobbiamo ipotizzare un sistema diviso fra chi fa e chi controlla, che, soprattutto nelle realtà piccole, non ha una grande ragione di esistere.

Grazie per l’attenzione che dedichi alle mie parole e per gli interventi con cui vorrai arricchire questo blog!

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