Che succede ora?
Il candidato ha superato – grazie al suo CV – il primo gradino della selezione e quindi lo invito al colloquio.
Se i candidati sono più d’uno cerco sempre di organizzare i colloqui in serie, in modo da potermi concentrare appieno su quella attività; se ciò non è possibile cerco almeno di effettuare raggruppamenti minori. Mi sforzo, comunque sia, di tenere molto ristretti i tempi della selezione, in modo da evitare inutili trascinamenti e da ridurre i rischi di utilizzo strumentale “al rilancio” della selezione da parte di qualche candidato.
La gestione del colloquio si basa su due pilastri:
- la posizione da ricoprire, eventualmente descritta nell’inserzione pubblicata
- il CV presentato dal candidato.
Se è disponibile l’inserzione, nella quale ho cercato di rendere il più chiaro possibile l’obiettivo della ricerca, inizio il colloquio ponendola davanti al candidato: perchè, mi è capitato di vedere persone fissarla come se non l’avessero mai vista prima, di non avere ben chiaro a quale selezione stessero partecipando, posto che ovviamente l’inserzione era anonima e la selezione si stava effettuando in un terreno ‘neutro’.
Questo avviene se il candidato ha inviato una ‘raffica’ di CV, senza porre particolare attenzione ai destinatari: chiaramente questo apprccio parla da sè.
Bene, grazie per l’attenzione e al prossimo articolo della ‘trilogia’, che sarà dedicato all’inserimento in azienda del neoassunto.
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Questo post è ‘dedicato’ in special modo ai colleghi Consulenti del lavoro delegati della Fondazione Consulenti per il lavoro ed agli allievi della Professoressa Passamani dell’Università degli Stdi di Trento, Facoltà di Economia.
Andrea Pozzatti