Un pomeriggio dei primi anni Settanta, a Parigi, andai a far visita a Eileen Gray, architetta e designer, che a novantatré anni lavorava come niente fosse quattordici ore al giorno. Abitava in Rue Bonaparte, e nel suo salotto era appesa una carta della Patagonia, da lei dipinta a tempera.
“Ho sempre desiderato andarci” dissi. “Anch’io” fece lei. “Ci vada per me”. Andai. Telegrafai a Londra, al <Sunday Times>: “Sono andato in Patagonia”.
Nello zaino portai Viaggio in Armenia di Mandel’stam e Nel nostro tempo di Hemingway. Sei mesi dopo tornai con l’ossatura di un libro, che questa volta arrivò ad essere pubblicato.
Bruce Chatwin
tratto da Ho sempre sognato andare in Patagonia (La formazione di uno scrittore) in Anatomia dell’irrequietezza, Adelphi 2005
Dedicato a chi pensa a cambiare in meglio la propria vita.
Buon fine settimana.