Tratto da Corriere.it del 3 giugno 2009:
Poker online, nuova scommessa italiana
di Lorenzo Salvi
Da marchio d’infamia ad interessante hobby, addirittura a carta da giocarsi per trovare un lavoro. Se giocate a poker scrivetelo nel curriculum, dicono alcuni cacciatori di teste. «Come per gli scacchi — spiega Giuseppe Circosta di Cesop Communication, azienda che si occupa di orientamento post laurea — giocare a poker aiuta la capacità di concentrazione, di valutazione dei rischi e anche di leggere la persona che si ha davanti». Doti tutte utili nel mondo del lavoro. «Ma questo ragionamento — dice ancora Circosta — non vale per tutti. Pensate ad una banca che deve trovare un nuovo manager: prenderebbe un giocatore di poker?». Forse no, ma è anche vero che insieme al fatturato del settore cresce pure il numero dei ragazzi che sognano di trasformare la passione per il gioco in una vera professione. Meno di un mese fa a Chia, in Sardegna, gli organizzatori hanno fatto la stessa domanda ai 700 studenti universitari arrivati per un torneo dal vivo: vista la crisi, quale può essere una buona professione per il futuro? D’accordo che erano in fila per un torneo e che l’atmosfera era proprio quella giusta, ma ha ha risposto «giocatore di poker» addirittura il 34 per cento. Uno su tre. Meglio del medico, stranamente arrivato al secondo posto, meglio dell’esperto del web, meglio del tronista che si è fermato al 5 per cento.
Un dubbio: se di solito vince, durerà poco. Se invece perde… non gli darei da tenere la cassa!
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