Complimenti per il blog e per i temi che ogni volta tratti!
Quanto scritto sull’organizzazione aziendale e il processo di delega è bellissimo, vero, ma difficile da attuare!
Purtroppo quando ti trovi in un contesto di studio allargato con degli pseudo-soci ai quali tutto ciò non interessa, la cosa diventa ancora più ardua e mi sembra quasi impossibile … come sensibilizzare senza perderci tutte le forze …e la pazienza?
Grazie.
Hai ‘ragione’ a lamentarti, spesso è piuttosto frustrante lavorare assieme a chi vede il futuro in modo assai diverso da te e, proprio per questo, sembra fare di tutto per sminuire la tua prospettiva.
Certo, nulla vieta di ‘cambiare aria’, ma sicuramente il gioco si fa duro.
Molto frequentemente accade che assai scarsa attenzione sia dedicata all’organizzazione ed alla gestione, mentre si prova quasi un piacere ‘sadico’ a farsi assorbire dal quotidiano, dal contingente, da una miriade di fatti e fatterelli che costringono a reazioni continue, senza lasciare lo spazio per azioni profonde e coordinate.
Per molti professionisti ed imprenditori sembra che non esistano né l’organizzazione né la gestione aziendale e di questo, ahimé si trova riscontro nei loro studi e nelle loro aziende.
Turnover elevati, climi aziendali poco accoglienti e scarsa produttività sono i frutti di questo deficit di attenzione. Chi ha mai fatti i conti sul loro costo?
Mi voglio soffermare proprio sul tema della produttività, assai caldo ed importante in un periodo di crisi. Più di uno studio economico longitudinale ha sottolineato come il calo della competitività del sistema economico italiano sia dovuto non tanto alla mancanza di tecnologie evolute, quanto alla obsolescenza dei sistemi organizzativi e manageriali attuati.
Questo significa che un sistema – quale è un’impresa o uno studio professionale – per mantenersi competitivi devono far evolvere in modo omogeneo tutte le proprie componenti, altrimenti rilevanti sforzi ed investimenti in un’area rischiano di venir depotenziati se non vanificati dalle debolezze presenti in un’altra; la forza di una catena è data dall’anello debole.
Ecco quindi un buon motivo per rafforzare l’anello debole: superare la cultura ‘nazionale’ che vede scarsa attenzione dedicata all’aggiornamento dei modelli organizzativi e manageriali attuati, per evitare che sforzi ed investimenti siano vanificati da una gestione inadeguata.
Bene allora; in questo periodo c’è sempre chi ci spiega come lo stesso ideogramma significhi sia crisi che opportunità; potremmo dire che per chi affoga nel quotidiano significa crisi, mentre per chi coglie l’occasione per ‘mettere ordine’ e migliorare opportunità.
Dunque, carissima Elisabetta, proprio in tempo di crisi l’investimento organizzativo è una scelta saggia e strategica.
Poi, certo, c’è sempre chi ha paura di cambiare e non lo ammette, agli altri e soprattutto a se stesso.