Organizzazione aziendale e organigramma: il bilancio delle competenze (2^ parte)

Perchè parlare di Bilancio delle competenze? [continua]

Per riuscire a definire lo stato dell’arte, che ovviamente costituisce il punto di partenza, è necessario “chiudere” un bilancio delle competenze, cercando appunto di valutare lo stato dell’arte in un dato momento, che chiameremo t0; su questa base avrà senso andare ad operare in ragione di un progressivo sviluppo finalizzato ad un obiettivo professionale [es.: la maturazione di un ruolo aziendale], approfittandone per allargare lo sguardo al complesso degli equilibri e degli assetti organizzativo dell’organizzazione.

Sulla scorta di questa conoscenza di base e degli obiettivi professionali, sarà poi possibile – oltrechè utile – pianificare, condividere e programmare le scelte per arrivare in t1, t2… tn.

Conoscere il profilo professionale di partenza non è importante, dunque, tanto per possedere un inventario fine a sé stesso, quanto per costruire un punto fermo certo, in relazione al quale:

  • Pianificare e programmare la crescita professionale,
  • Prendere coscienza dei punti di forza e valorizzarli al meglio per sviluppare i punti deboli,
  • Imparare a conoscere ed accettare potenzialità e limiti, per meglio calibrare obiettivi e strategie, in un’ottica di valorizzazione delle individualità e di personalizzazione ragionata del percorso di crescita [“traiettoria professionale”].

Come risulta evidente, si tratta di un percorso a tappe, caratterizzato da una progressiva messa a fuoco degli obiettivi professionali individuali e dei modi per raggiungerli.

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