La gestione del tempo (uno sguardo letterario)

Mi immagino un avvocato bravo come uno capace di darsi una disciplina, uno che se deve scrivere qualcosa – un appello, faccio per dire, o una memoria – si siede alla scrivania e semplicemente non si alza se non ha finito. Io invece mi siedo e scrivo qualche frase. Poi mi sembra di aver completamente sbagliato l’impostazione e m’innervosisco. Allora mi metto a fare qualcosa d’altro, ovviamente meno importante e urgente. Oppure addirittura esco, vado in libreria e mi compro un libro. Poi torno e mi rimetto a scrivere, ma cosi, svogliatamente, e lascio passare il tempo fino a quando non arrivo all’ultimo momento ed è allora che stringo e scrivo e produco.

Gianrico Carofiglio, Le perfezioni provvisorie, 2010 Sellerio

8 comments

  1. …e perché deve essere così? Anche io sono di quelli e la cosa mi irrita!
    Non mi piace far le cose all’ultimo ed quindi inizio per tempo, con calma, poi, però, correggo, rifaccio, non sono soddisfatta: allora inizio altre cose e pianto lì tutto!….E poi arriva il fatidico termine e devi riprendere, correggere, fare, finire ed in “quattro e quattr’otto” ecco fatto!
    …e mi dico “se ci son riuscita questa volta vuol dire che posso ripeterLo anche la prossima”, farei senza dover vivere ore di angoscia perché i minuti incalzano e non ho ancora terminato la pratica!!!
    …poi però la storia si ripete…

  2. E’ certamente un ottimo spunto e non credo sia sbagliato fare come l’autore ma credo anche che se possibile è sempre meglio “avere tempo”….

  3. Non vorrei far la parte del solito PIERINO ma, sarà che in studio ho la fortuna di avere chi stende solitamente “memorie e/o ricorsi” per cui, quando scrivo, mi diverto.
    Anzi, mi diverte l’idea di scrivere e – soprattutto – di immaginare i pensieri di colui al quale è diretta la nota.
    Dire le cose sul “muso” è una grande soddisfazione; è ancora più “intrigante” scriverle, magari potergliere leggere direttamente, firmare la nota e consegnarla a “futura memoria”.
    Con questo spirito – credo – sia molto più facile affrontare la scrivania con la giusta concentrazione.

  4. Ho trovato uno come me! Pensavo di non essere normale, di perdere del tempo in altre cose invece di utilizzarlo per spremermi le meningi su quello che dovevo fare. Non so se la spiegazione è che dò il meglio quando la scadenza è ravvicinata o se invece non riesco a scrivere a comando. Mancanza di disciplina? Di impostazione? Di voglia? Voglia di adrenalina? Non so, però ora sono felice di essere in compagnia.

  5. succede anche a me così, di ritrovarmi alla fine a scrivere alla scadenza ,ma non la vivo con ansia anzi sono piu attiva, sarà come dice Maria Gabriella ….colpa dell’adrenalina
    ciao

  6. In verità succede e succedeva anche a me, ma poi il tempo l’età ed altro ti può portare a non completare il lavoro e allora sono guai. Memore di ciò incomincio a premunirmi finendo quando possibile un pò prima il lavoro.
    Non è il massimo ma ne guadagna la tranquillità.

  7. Oggi ho conosciuto Andrea Pozzatti, volevo fargli delle domande, dopo la prima parte del convegno ma era impegnato al telefono. Poi l’ho perso di vista, anche questo è importante, avrei dovuto aspettare che finisse di parlare e presentarmi. Volevo anche dirgli qualcosa su Trento che anche se indirettamente lo riguarda, ma poi.
    Alla prossima.

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