La presenza o meno di un organigramma aggiornato e puntuale, conosciuto e compreso da tutti i membri, può essere considerata come un segno concreto della consuetudine di un’organizzazione a pensare a riflettere su se stessa ed a considerare il proprio lavoro anche in termini di consapevolezza organizzativa.
Dopo la riflessione sull’organigramma è utile concentrarsi sul contenuto delle “caselle” dello stesso, ovvero sulle posizioni organizzative.
Ma non conviene limitarsi alle etichette che contraddistinguono le posizioni, quanto completarle secondo le aspettative concrete dell’organizzazione, ovvero fare in modo che i comportamenti agiti siano coerenti con quanto il professionista ritiene essere lo “stile” dello studio.
Attraverso il riconoscimento dei contenuti in termini di conoscenze, abilità e competenze procedurali ed operative e di competenze trasversali (capacità di assumere comportamenti ed atteggiamenti organizzativi), è possibile – oltreché auspicabile – indirizzare lo sviluppo dei collaboratori verso traguardi definiti e verificabili, quindi ad esempio coerenti con il sistema retributivo e premiante.
L’organizzazione riconosce le competenze professionali che le consentono di operare al meglio, e che dunque sono strategiche per il proprio successo.
In questo modo articola i ruoli professionali chiave per il buon funzionamento dei propri processi e ne cura la formazione e lo sviluppo nei collaboratori.