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  1. Dieci minuti prima di iniziare a parlare in pubblico vengo invasa da un senso di panico devastante e continuo a ripetere la parte iniziale dell’intervento che mi accingo a fare, poi, una volta affrontato l’impatto iniziale il panico si affievolisce rimanendo sempre un po latente.

  2. – Molti anni fa avrei risposto:
    ANGOSCIA !!! Io non lo farò mai !!!! io non ho nulla da saper dire o raccontare e poi c’è la vergogna di sbagliare e quindi “chissà cosa pensano di me gli altri”

    – qualche anno fa:
    PAURA ma so che posso farcela purchè mi prepari bene……con intervento breve e superveloce
    per poi ritornare fra “gli altri” al sicuro.

    – Oggi
    mi sento un pò meno preoccupata, consapevole che il momento peggiore da superare è raggiungere il podio, incominciare….poi tutto si dovrebbe risolvere.
    L’incognita rimane se nel tragitto di pochi metri la Paura (il Male) riesce a vincere la Consapevolezza del fare (il Bene)

    Ora vorrei poter acquisire maggior sicurezza di me stessa per poter affermare, come fai tu:
    Mi sento bene e a mio agio.

    Grazie e saluti
    Maria Ancilla

  3. Per me è più bello vedere da questo punto che di fronte!!! Ho avuto poche volte l’opportunità di parlare in pubblico ed il primo momento è stato emozionante. Andando avanti con il discorso l’emozione era sotto controllo. Importante è il primo approccio con il pubblico ed avere la padronanza dell’argomento.Il resto passa in secondo piano. Penso che si riesca a fare un’abitudine, ma che ci voglia un allenamento continuo. Grazie Andrea per le tue sempre gradite proposte!

  4. Anche io mi sento bene, anzi benissimo. L’importanza è cose si trasmette e come si trasmette, non improvvisare ma essere preparato.

  5. le prime volte un effetto devastante…. adesso non mi imbarazza particolarmente. L’importante è essere preparatissimo sugli argomenti da esporre, eventualmente anche in caso di dibattito, e soprattutto seguire un filo logico del discorso. Spesso mi faccio soltanto uno schema con i titoli da esporre e poi parlo ” a braccio” come si dice in politica. La cosa fondamentale è coinvolgere gli spettatori e farli appassionare a quello che si dice.

  6. UDITORI: non riesco a guardare chi mi ascolta; guardo un punto in una direzione (è un caso che in traiettoria ci sia qualcuno che ascolti, io non guardo quel qualcuno, ma quel punto-fisso), oppure continuo a girare vorticosamente la testa con l’intenzione di guardare tutti, ma per via dell’agitazione rischio di non guardare nessuno; infine: sarà mai possibile che tutta sta gente non abbia di meglio da fare che utilizzare il proprio tempo per venire a sentire me che parlo?

  7. Personalmente mi diverto al pensiero di “stuzzicare il nervetto scoperto” di qualche uditore.
    Non ricordo di aver mai avuto PAURA di parlare in pubblico, forse perchè – da giovane – NON avevo nulla da dire, per cui ho cominciato quando avevo già una certa età !!!!!!!!!!
    Adesso però, quando capita e capita spesso, mi diverto da matti nel vedere le espressioni delle prime file quando – diciamo – vado giù un po’ pesante.
    Saluti
    Claudio

  8. Ci vuole preparazione e capacità di coinvolgimento. Uno preparatissimo ma che non sa comunicare nel modo corretto, non lascia traccia nell’animo degli ascoltatori. E’ una dote che si può anche imparare? Ciao a tutti, Flavia

  9. a me, ogni volta che mi capita, tremano le gambe . se riesco ha partire bene poi mi diverto (con tanta paura) . ciao antonio

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