Ordini professionali, professionalità ed altre questioni

Nei giorni scorsi ho pubblicato un post dedicato al futuro degli Ordini Professionali, prendendo a spunto un sondaggio promosso da L’Adige, il quotidiano di casa mia (post).

Ora il sondaggio dal titolo “Ordini professionali, secondo voi andrebbero aboliti” si è concluso con questo risultato:
Voti espressi 1207
SI 73,24%
NO 26,76%

Sempre in questi giorni un collega, Luca De Compadri è intervenuto sul sito nazionale dei Consulenti del lavoro, attraverso uno scritto articolato ed approfondito.

Alcune considerazioni:

  • molta comunicazione attuale, legata a temi quali le “caste”, gli sprechi, i privilegi veri o presunti, parla alla pancia delle persone. Queste, così sollecitate, parimenti rispondono di “pancia”, ovviamente senza alcun giudizio in questa definizione.
  • argomentare in modo razionale – per quanto sottile, completo, garbato – in un dialogo dove l’interlocutore percepisce di “pancia” significa ottenere un rifiuto a priori, non sempre altrettanto garbato, ma più frequentemente legato a valutazioni di difesa corporativa.
  • gli ordini professionali sono antichi e moderni al tempo stesso e avranno tanto più futuro quanto più riusciranno a dimostrare alle persone la propria utilità, comunicandola a quella “pancia” che ora li rifiuta.
  • questo significa garantire la professionalità degli iscritti, non dandola per scontata, soprattutto per chi esercita attività professionali riservate.
  • significa anche creare occasioni di contaminazione tra le agenzie sociali e gli ordini, favorendo una maggiore conoscenza reciproca, che vada oltre gli stereotipi che allontanano.
Solo alcune idee, in una uggiosa mattinata di mezza estate.
Grazie per l’attenzione.

3 comments

  1. Tutte giuste considerazioni. Anche a me sta molto a cuore il problema, più per il suo aspetto di “garanzia sociale” che di corporativismo. Proprio per questo, Andrea, mi permetto di aggiungere un altro elemento che ritengo sia importante affinché la percezione degli Ordini si sposti dalla pancia al cervello (al cuore sarebbe troppo!).
    Parlo della gestione disciplinare che, fino a quando rimane in capo all’Organo “politico” corre il rischio (è un eufemismo) di essere poco incisiva. Ovviamente parlo dell’Organo politico nel senso che i suoi componenti sono eletti, anche da chi, eventualmente, dovesse essere stato sottoposto a procedimento disciplinare. Penso che i Magistrati vivano lo stesso problema di percezione. Ciao

  2. Potrei condividere la risposta del 21.07 di Francesco! Gli Albi dovrebbero avere anche la funzione di tutelare il cliente da “frodi ” varie, ma al giorno d’oggi sono diventati dei carrozzoni quasi senza valore. Dovrebbero disciplinare maggiormente i propri iscritti ed accertarsi delle loro effettive competenze. In pratica però si assiste ad una formazione passiva e quasi irrisoria rispetto alle necessità da parte di molti colleghi. Non voglio fare “di tutta l’erba un fascio”, ma la mia esperienza di consigliera ed addetta alla formazione mi ha portata a questa conclusione. I procedimenti disciplinari servono a nulla se non c’è l’etica personale e la voglia di fare il proprio dovere a favore dei clienti. Da noi Consulenti e dagli iscritti a tutti gli Albi, penso che i clienti si attendano proprio questa tutela! Buona settimana a tutti!

  3. Sottoscrivo. Non sarebbe male che questo possa diventare un luogo di dibattito “laico” sulla funzione degli Ordini Professionali. Se si ha la capacità di fare autocritica (individuale e collettiva) e quindi essere laici rispetto all’approccio alla problematica, probabilmente ci renderemmo conto che gli Ordini godono di privilegi (a dire il vero sempre meno) che non trovano rispondenza nella necessità per cui sono stati creati. E l’autocritica fa sempre bene se si vuole immaginare un futuro migliore. Ciao

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