Anzianità e dintorni

Una cosa mi ha proprio positivamente colpito durante il Festival del lavoro: le parole di Tiziano Treu in materia di anzianità del lavoratore.

Dobbiamo smetterla di retribuire sulla base dell’anzianità.

Sostanzialmente queste le sue parole.

Se fosse vero, si potrebbe aprire una pagina nuova, che ammette finalmente come la competenza e l’anzianità lavorativa siano due cose ben distinte, non sempre simmetriche,  e soprattutto smette di condiderare l’anzianità un valore assoluto.
E’ chiaro come a quest’ultima considerazione si potrebbero agganciare molte importanti derivazioni, tese a smuovere il mercato del lavoro e a favore dei giovani ed a promuovere la meritocrazia, piuttosto che la mera presenza continuativa sul posto di lavoro.

Forse il senatore [che comunque fa coppia fissa da almeno un decennio con il suo omologo parallelo Sacconi, a parte qualche incursione di Damiano con le sue cravatte a maglina] ha riflettuto sulla propria esperienza di padre di un ricercatore costretto ad occuparsi all’estero [così ha raccontato], forse si è finalmente reso conto che di fronte ad un mondo che cambia le vecchie risposte elaborate nei momenti di abbondanza non sono più efficaci…
Non so quale sia la ragione profonda di quella frase, ma so che è stato davvero l’unico spiraglio di novità che ho colto.
 

5 comments

  1. Condivido il tuo pensiero.
    Fa piacere scoprire che , finalmente, si incomincia ad avere il coraggio di dire pubblicamente che non è il permanere per lungo tempo presso un’azienda che rende quel lavoratore più bravo di altri!!!
    La meritrocazia non coincide con l’anzianità lavorativa ma nasce dall’ impegno e dall’amore che si ha verso il proprio lavoro da cui si trae continuo stimolo per crescere giorno per giorno sia per se stessi che per la propria azienda.
    Ben venga la mobilità di lavoro per accrescere il bagaglio personale di esperienza e di professionalità da portare (via via più accresciuto) nelle varie esperienze lavorative.

    Avere la propria scheda individuale (leggasi vecchio libretto di lavoro) con pochi Datori di lavoro annotati non deve più essere considerata come il più importante indice di massima professionalità……..

  2. Questo tema è molto importante, sia per i giovani che per imprese e studi che potrebbero avere qualche arma in più contro il progressivo irrigidimento cui vanno in contro le compagini di elevata età/anzianità media.

  3. ciao Andrea , condivido quello che tu hai scritto, occorre che noi in prima persona diffondiamo la cultura della meritocrazia nelle nostre aziende perchè è sicuramnete un’arma imporante per i giovani ma anche per i meno giovani.
    Inoltre ti faccio veramenti i complimenti per come hai condotto l’incontro relativo al passaggio generazionale e sono d’accordo con te che questi temi devono essere sempre piu’ affrontati, mi è solo dispiaciuto che il tempo è stato troppo breve.
    Spero vivamente di vederti prima possibile a Prato
    Paola

  4. Ciao Andrea, finalmente mi viene da dire, qualcuno ha trovato il coraggio per affrontare un serio problema legato all’anzianità lavorativa. Fare lo stesso lavoro per molto tempo non è detto che rende più efficaci ed efficienti di chi lo fa magari da meno tempo ma con maggiore applicazione e migliori risultati. Questo modo di pensare ci ha portato ad un abbassamento del livello di capacità e di produttività costringendo chi vuole fare carriera ad andare all’estero. Non so voi ma quante volte nelle aziende avete trovato chi comandava che vedendo un propabile concorrente nel giovane assunto perchè bravo e capace lo relegano costringendolo a dimettersi? Spero davvero che ci sia questa rivoluzione. Ciao

  5. Certo, finalmente.
    Questa uscita di Treu, peraltro molto decisa e netta, anche nei confronti del sindacato, mi sembra non vada assolutamente lasciata cadere, visto tra l’altro la desolazione che contraddistingue attualmente il dibattito in tema di riforma del lavoro.

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