Rifiutare l’evidenza; ti conviene davvero?

Ci sono delle situazioni in cui l’evidenza sembra non essere per nulla… evidente.

Mi spiego meglio: poniamo il caso che tu sia il titolare di una piccola organizzazione che opera nel campo dei servizi immateriali.
Nel corso degli anni hai lavorato con l’intento di riservare le attività maggiormente qualificanti solo per te, mentre hai lasciato al personale la parte più squisitamente operativa delle stesse. Hai creato tra il personale un tuo vice, di buona esperienza ed affinità caratteriale, ed un po’ alla volta hai iniziato a relazionarti solo con lui, mentre per gli altri collaboratori la comunicazione s’è ridotta all’essenziale ed hai iniziato a disertare il loro ufficio comune.

Chiaramente dopo qualche anno il clima s’è appesantito e i dipendenti hanno iniziato a vedere con fastidio il collega ritenuto privilegiato. Nella convinzione delle tue ragioni, non sei intervenuto, neppure quando il tuo vice ha iniziato a comunicarti indirettamente, anche in modo insolente, che stava pensando di andarsene.

Solo a cose ormai fatte sei intervenuto per trattenerlo, senza cercare in parallelo di riequilibrare la situazione.

Andatosene, hai avuto la positiva sorpresa che l’ufficio ed il gruppo hanno trovato un proprio equilibrio ed il lavoro è continuato senza eccessivi stress da trapasso; diverse persone del gruppo hanno fatto un passo avanti nel loro lavoro.

Dopo qualche tempo hai inserito una nuova persona, giovane ed inesperta, per farne il tuo vice… hai ripreso a parlare solo con quest’ultimo e a disertare l’open space del gruppo.

Ovviamente nel giro di alcuni mesi gli altri hanno iniziato a mormorare sentendosi messi in secondo piano, per di più da un novizio…

Solo quando la pulce t’è saltata all’orecchio sei intervenuto, preoccupato.

 

A che serve l’esperienza se poi si ricade nel medesimo errore, quasi si trattasse della conseguenza di una natura impossibile da modificare?

 
Ne abbiamo parlato anche qui.
 
Grazie per l’attenzione!

2 comments

  1. … si tende a ricadere negli stessi comportamenti che molte volte volte si rivelano errati e pertanto anche l’errore si ripete inesorabilmente. Bisogna alzare lo sguardo, togliersi il “paraocchi” e criticamente valutare il proprio operato, magari con l’aiuto di qualcuno esterno alla situazione che vede le problematiche in modo più distaccato e con meno coinvolgimento emotivo… e … “sterzare in tempo utile” … Ciao

  2. Cara Flavia, un esito non soddisfacente di un nostro comportamento gestionale dovrebbe perlomeno farci dubitare nel riproporre pedissequamente il medesimo comportamento.
    Un buon punto di partenza sta nel non attribuire la colpa di ciò che non va a cause esterne, ma nell’accettare in pieno la responsabilità personale.
    Grazie per la tua attenzione!

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