Prendendo spunto da due nuovi commenti, proseguiamo il nostro dialogo immaginario con il Cliente, riferendoci direttamente a questo articolo di alcune settimana or sono.
Com’è diventata complicata la gestione della nostra Professione!!!!!Non bastano le norme assurde a mettere i bastoni tra le ruote, ora ci si mettono anche i clienti, loro intermediari ecc.
Verissimo Alda, ma del resto quando più che in situazioni davvero difficili diviene altrettanto importante la buona consulenza? In condizioni di ordinaria amministrazione può (forse) bastare il “praticaro”, ma quando c’è da capire, oltreché da “fare”, questi non è affatto sufficiente.
Bisognerebbe provare a mandarli a quel paese con parole spicciole. Il guaio è che cadrebbero nella rete dei “so far tutto” di turno con le relative conseguenze, ma peggio per loro!!!!! Anche noi dovremmo saper rinnovare la professione per non lasciarci spolpare dagli sciacalli!!!!! Saluti e buon lavoro!
Sai come la penso al proposito, bisogna che la buona consulenza si sappia distinguere e far valere sull’arrogante arrembaggio del “prezzo più basso”. Stare a quel gioco è perdente per chi punta sulla qualità della consulenza e sulla personalizzazione del servizio reso. Ricordo qui per inciso che non la qualità non parla da sola e che può accadere che il cliente non percepisca appieno la qualità che gli viene offerte.
Sono anche consapevole che non a tutti i clienti interessa la qualità dei servizi in materia di amministrazione del personale e di questo bisogna tener conto, per comprendere perché scelgono strade diverse e non crucciarsi troppo se non serve.
Ciao Andrea, forse in questa discussione sono un attimo controtendenza. Anche a me capita di ricevere richieste di pacchetti tutto compreso, ma io in questi casi lascio sempre fuori la Consulenza e mi baso sull’elaborazione, chiedendo poi costi aggiuntivi per la mia consulenza e presenza.
Può certamente essere una soluzione; nel caso in cui mi capita di essere mediato da un terzo, come nella situazione dell’articolo precedente, tengo anche in considerazione il livello di prezzo e di servizio praticato da quest’ultimo, prima di formulare un’offerta.
In questo periodo ho fatto varie offerte e spesso ero molto più oneroso dei colleghi, ma mi hanno accordato ugualmente la fiducia in quanto hanno apprezzato la professionalità.
Ne sono felice per te, son soddisfazioni.
In casi come quelli descritti sopra io non faccio neanche l’offerta, io prima di fare un’offerta pretendo di conoscere l’azienda, analizzare le problematiche e capire come mai vogliono cambiare, poi eventualmente faccio la mia offerta. Questo dovrebbe essere il nostro modo di lavorare per fare in modo che i colleghi commercialisti non svendano la “busta paga”, e soprattutto il cliente capisca qual’è il vero valore aggiunto del nostro supporto.
Grazie sempre per gli ottimi spunti di riflessione
Grazie a Voi!