Spesso, anzi quasi sempre, avere una bella idea e tanta buona volontà non basta.
Di più; anche saper fare davvero bene qualcosa non è sufficiente.
Quando si vuol fare sul serio, che il fine sia profit o no-profit non conta, serve la capacità di organizzare, programmare e gestire, oltre che il semplice “fare”.
Quando entro in un bar all’inizio dell’ orario di pranzo e mi sento dire che il pane da toast è terminato…
Quando entro in azienda e mi rendo conto che gran parte del tempo è dedicato a rincorrersi e a rincorrere gli eventi;
Quando si è costretti ad aspettare a lungo subendo la disorganizzazione altrui;
Quando la riunione si consuma senza grande costrutto e sembra non avere utile soluzione di continuità;
Quando l’interlocutore non sembra avere le idee chiare e continua a rincorrere la propria coda
Quando un titolare chiede “per cortesia” ad un dipendente di svolgere la normale attività per la quale è ben retribuito
Quando due dipendenti decidono che “non si parlano”, perché ritengono di poter non andare d’accordo
…
L’impresa, cioè un’attività economica professionalmente organizzata, non ha davvero tempo da perdere con queste facezie, buone solo a far perdere tempo, denaro e salute.
Molto spesso sembra che l’aggettivo professionale richieda un tempo ed una attenzione che l’imprenditore proprio non vuole trovare, finendo così per perderne molto di più ed ottenendo nel contempo, tutta una serie di effetti collaterali negativi, dei quali sopra ho elencato un po’ di esempi, chiaramente non esaustivi…
E perché?
Perché nelle italiche abitudini tutto ciò che non prevede il fare operativo è considerata una perdita di tempo, quindi un pericolo da evitare assolutamente.
Perché nella micro, piccola e media impresa è molto difficile trovare delle figure indirette (quindi non direttamente produttive), che detengano competenze organizzative e gestionali (quindi doppiamente improduttive!), quali ad esempio la programmazione della produzione, la gestione dei materiali, l’analisi del valore, l’assicurazione della qualità, il product management… cioè attività in supporto ai processi produttivi volti non solo a “farli funzionare”, ma tesi a monitorarse con efficacia lo svolgimento ed il risultato, possibilmente evitando che errori e disfunzioni siano trascinate fino al “magazzino finale” o, peggio fino al cliente.
Queste persone – e queste competenze – servono a legare trasversalmente le funzioni (verticali) dell’impresa, che spesso dialogano poco tra loro, presentano gelosie reciproche, non sempre hanno interesse alla collaborazione reciproca. Queste persone aiutano l’azienda a “fare squadra”, prima che a migliorare prodotti e processi. E questo “essere squadra” rappresenta uno delle fondamentali carenze delle aziende, che soprattutto in questa fase di difficoltà, quando il gioco è duro, rappresenta un caro prezzo da pagare nel rapporto col mercato. Questo perché alle difficoltà del periodo (esogene), il non essere squadra aggiunge le difficoltà (endogene) che l’imprenditore si crea o che permette che altri gli creino.
Dietro il non curare la squadra, il non fare sistema, sta la radice di una attività economica professionalmente NON organizzata, dove la professionalità, ahimè, sta nel fare l’esatto contrario di quanto sarebbe conveniente attuare.
Non mi pare una scelta efficace; che ne dici?
Nella maggior parte degli interventi di analisi e sviluppo organizzativo che realizzo in aziende e studi i problemi reali, spesso ben più profondi delle conseguenze di superficie per affrontare le quali vengo coinvolto, riguardano i conflitti interpersonali, l’incapacità di comunicare e fare squadra, la gestione del tempo, la mancanza di leadership coerenti con il particolare momento di vita dell’organizzazione.
Grazie per la tua attenzione!
Ciao Andrea, purtroppo dici le stesse cose che io predico da ormai troppo tempo e che mi sono stancato anche di ripetere a persone che non hanno la capacità di capire.
Il vero motivo per il quale l’Italia è in recessione è l’incapacità gestionale e manageriale del sistema. Tutti gli altri paesi volenterosi e capaci ci stanno superando, noi siamo rimasti arretrati, e la dimostrazione di questo è che le poche aziende organizzate sono diventate eccellenze mondiali ( ved. Brunello Cuccinelli)..
Ci Vediamo alla Summer School