La domanda iniziale è semplice e secca: Lo studio professionale può prescindere dall’ICT?
Sono convinto che la risposta sia scontata, mentre la vera differenza è legata a “come” il Consulente del lavoro riuscirà a legare sviluppo e digitalizzazione dello Studio professionale.
Negli ultimi anni l’innovazione tecnologica è letteralmente esplosa in ogni settore, introducendo nuovo hardware e dispositivi, ma soprattutto avviando la rivincita del software e la nascita del cloud.
Tutto questo ha contribuito non poco a cambiare, anche in modo subdolo perché spesso inconsapevole, molti comportamenti organizzativi, il cui peso reale deve ancora essere compreso del tutto.
Il sistema informativo rappresenta infatti una metafora dell’assetto organizzativo e culturale dello Studio professionale, con il quale è intrecciato un rapporto di influenza reciproca.
I Consulenti del lavoro hanno dimostrato a tutt’oggi di avere sensibilità e fiducia nei confronti degli investimenti tecnologici, secondo le rilevazioni dell’Osservatorio tecnologico del Politecnico di Milano, ma certamente la digitalizzazione degli studi non si limiterà ad apportare dei cambiamenti nell’operatività quotidiana. Essa comporterà una seria riflessione sul cambiamento strutturale che i contenuti del lavoro e gli assetti organizzativi degli uffici si troveranno ad affrontare.
Volendo schematizzare, possiamo individuare quattro ambiti di applicazione dell’ICT nello studio professionale del Consulente del lavoro:
1. l’innovazione law driven, ovvero introdotta per adempiere ad obblighi normativi, quali pec, invii telematici, conservazione digitale lul, ecc.
2. lo studio necessita di un cruscotto che permetta al titolare una gestione realmente efficace ed efficiente: introdurre un sistema di controllo di gestione che permetta di monitorare i processi e di gestire la produttività dei collaboratori e la redditività dei clienti.
3. L’interfaccia con il cliente richiede attenzione, a cominciare dall’acquisizione delle presenza via web o attraverso file orologio, la condivisione di file resi disponibili in area riservata, ecc. In questo modo si va incontro alla richiesta di efficienza che emerge dalle imprese.
4. la promozione dello Studio nel mercato e l’offerta al cliente di contenuti esclusivi, volti a migliorare la customer experience e a “legare” il cliente allo studio, non tanto grazie all’immagine, quanto all’effettivo valore che quotidianamente viene offerta al cliente.
Una particolare attenzione va dedicata ai piccoli professionisti che rischiano di scivolare in una periferia digitale, molto simile ad un poco appagante cul de sac.
Il digitale promette grandi opportunità, ma impone scelte chiare e determinate; saper sceglire però richiede una conoscenza che a sua volta necessita di dedicare attenzione e tempo. Questo può costituire un notevole limite per un piccolo Studio e per un professionista applicato a pieno ritmo nell’attività quotidiana.
Ne consegue che la svolta digitale degli studi professionali richiede non soltanto di riflettere sull’assetto organizzativo e sulla nuova forma dei processi, ma anche di considerare l’opportunità (o, meglio, potremmo dire sull’esigenza) di “fare sistema” con altri professionisti, per creare vantaggio attraverso le opportunità della tecnologia.
Lavorare in team con altri professionisti significa poter contare su una una squadra, che può “permettersi” di valorizzare i talenti, gli interessi e le vocazioni individuali, facendo sistema e potendo capitalizzare assieme gli sforzi individuali. Il gruppo può realizzare investimenti collettivi, difficilmente concepibili per il piccolo o per il giovane Consulente del lavoro “isolato”, sia dal punto di vista tecnico che economico.
E così si pone nella condizione di poter progettare in modo strutturato ed organico ad uno sviluppo ragionato e coerente della tecnologia che innerva lo Studio professionale e concorre ad ottimizzare i flussi informativi ed i processi, migliorando la produttività ed offrendo al cliente la possibilità di vivere una migliore customer experience nel rapporto con lo Studio. Esistono brillanti esperienze al riguardo.
Proprio quest’ultimo punto, l’interfaccia Studio-Cliente, merita una particolare attenzione, poiché si tratta di affrontare anche attraverso la tecnologia una relazione da sempre affidata alla “faccia” del Titolare. In un mercato caratterizzato da una concorrenza ampia e sempre crescente, da una diminuita tendenza alla fedeltà da parte del cliente e dalla difficoltà a far comprendere il valore offerto dalla competenza del professionista, un accorto e competente utilizzo della tecnologia più certamente concorrere a supportare ed amplificare l’azione tradizionalmente affidata al “passaparola”.
L’ICT offre attualmente un ventaglio molto ampio di strumenti utili al marketing del professionista; all’interno di questa gamma di opzioni di va dai classici siti web, ai blog e ai social network, passando per soluzioni più sofisticate quali i software di customer relationship management o l’utilizzo calibrato di Google AdWords.
Le opzioni sono ampie e variegate e quindi permettono di realizzare progetti per “ogni tasca” (molti strumenti sono sostanzialmente gratuiti, al netto del tempo da dedicare per gestire i contenuti), di rivolgersi a target diversi per cultura ed abitudini, di utilizzare più canali e device, di arricchire la propria offerta di contenuti peculiari, di riuscire a costruire una comunicazione rivolta al mercato davvero coerente con lo stile professionale dello Studio e del Titolare.
Per saperne di più vedi anche: gli approfondimenti scritti per Fondazione studi e Rivista di Categoria.
Grazie per la tua attenzione!