
Questo articolo mi viene ispirato dal pensiero ricorrente di un cliente che, da mesi, sta adducendo tutta una serie di motivazioni per non dar corso ad un processo di cambiamento.
Eppure la situazione parla chiaro; in quella realtà il cambiamento è davvero necessario. Molti sono gli indicatori che lo segnalano e, come se questo non bastasse, il personale lo richiede a gran voce. Si tratta di una necessità ma anche di un’attesa; dunque una situazione favorevole per introdurre con successo nuove soluzioni per lavorare meglio.
Il pensiero del cambiamento non è sufficiente, serve invece che il leader dia il “là” al processo, in modo evidente, netto e coinvolgente. Infatti il cambiamento richiede una discontinuità evidente, ragionata e coerente con gli esiti che si vogliono ottenere. Modifiche per così dire accessorie, come un cambio di sede, un nuovo software gestionale, ecc, potrebbero non bastare, in quanto percepibili nel senso della continuità e non dell’innovazione.
Serve invece un taglio netto che testimoni la volontà reale di andare oltre a certi comportamenti, a certe modalità di lavoro che si vogliono abbandonare a favore di altre. Si tratta di un’ottima occasione per togliere o almeno ridurre ruggini organizzative ed incomprensioni relazionali accumulate negli anni. La volontà del leader in questo delicata fase di transizione verso il cambiamento risulta dunque essenziale, non derogabile, e qualsiasi tentennamento, incertezza, procrastinazione genera conseguenza poco produttive, costose.
Si, non attuare un cambiamento necessario ha un costo, anche se può invece sembrare più semplice rimanere nello status quo. Ma si tratta di un’illusione. Il cambiamento mancato, soprattutto se se ne era intravista la possibilità, ad esempio a fronte di una fase di analisi organizzativa, può infatti comportare una situazione di demotivazione che influisce in modo negativo sulla produttività e sull’efficienza aziendale. Resta inoltre quella sensazione di insoddisfazione e di mancata possibilità di cogliere tutto le opportunità del momento, di lavorare con minor fatica e più soddisfazione, che nel tempo porta ad accumulare stanchezza ed insoddisfazione.
Ma perché decidere deliberatamente di caricarsi di questi costi?