Ma qual è il confine vero

… tra lasciare che la vita scorra e che le cose accadano e voler invece plasmare il mondo intorno a sé, affinché si materializzino i propri e altrui sogni?

E qual è il naturale punto di separazione fra la guida e l’autonomia di chi si ha accanto? Fra coordinamento e crescita personale?

Quanto lavoro quotidiano è dedicato al fare e quanto a trovare un personale e non troppo precario equilibrio fra queste diverse dimensioni della relazione con il mondo e con le persone?

Quanta creatività viene stimolata e messa in campo proprio dal non lasciar che accada solo ciò che vuol accadere?

Quanto si annusa il vento ogni giorno per cercare “quello giusto” e quante “nasate” costa decidere di non arrendersi alla prima soluzione che ci si ritrova fra le mani?

Non sono certezze e neanche risposte, è vero, ma non sono neppure domande sciocche (almeno credo). E le domande aiutano a pensare.

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