Speedy, no fast!

Metti una zona produttiva di una località un po’ a caso della provincia italiana, anonima e priva di ordine e senso estetico, come tante, troppe aree di recente urbanizzazione nel nostro paese.

Metti pure un giorno di novembre grigio e poco invitante.

Metti un appuntamento a pranzo al quale giungo in anticipo, in un locale scelto perché vicino alla mia successiva destinazione.

Metti che pure che avevo già provato il locale, peraltro positivamente.

Insomma, entro e una gentile giovane signora mi fa accomodare, dopo aver dato una scorsa alla lavagna con il menù. Scelgo la pasta e fagioli coi maltagliati all’uovo; densità? va bene come decide lo chef (già, la giovane cuoca dà un taglio veramente da chef, a quello che potrebbe essere invece un banale ed ordinario fast food, come tanti).

Per ingannare l’attesa prendo un bicchiere di prosecco; dopo qualche istante la maitre mi porta un piatto con un po’ di risotto verdure e pesce:

Non va bene bere il prosecco da solo!

mi dice.

Dopo l’arrivo del mio commensale siamo introdotti al pasto da un simpatico quanto inatteso saluto della cucina, cui segue la pasta e fagioli ed un piatto di gamberoni. Entrambi decisamente validi.

Altrettanto inaspettata, ma gradita, giunge una morbida pallina di limone:

Per pulire la bocca.

si giustifica.

Il tutto accompagnato da cortesia e competenza nel servire a tavola (merce piuttosto rara anche in locali che se la tirano decisamente di più).

Segue caffè ed un conto assai ragionevole.

In conclusione: la soddisfazione del cliente nasce dalla qualità dell’esperienza che vive durante la fruizione del servizio, attraverso una pluralità di piccoli particolare che concorrono a fare la differenza, a generare stupore. Quello stupore che dà vita, a sua volta, al passaparola positivo.

Ecco di chi sto parlando: Speedy Bar

Grazie per la bella esperienza!

 

1 comment

  1. Ciao Andrea, è da tanto che non commento i tuoi post che seguo con molta attenzione ed interesse. Questo odierno, forse perchè vengo da una settimana di viaggio all’estero dove ho ricaricato le energie e soprattutto esplorato un mondo molto positivo, mi trova estremamente favorevole ed è una delle prime cose che spesso faccio notare ai miei clienti. Non serve essere chef stellati per accontentare i clienti basta essere sempre attenti ai dettagli e anche le cose semplici acquistano un grande valore e generano positività e consenso. Buon lavoro

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