
Un concerto di Raphael Gualazzi, decisamente riuscito, è stata l’ennesima occasione per constatare ancora una volta, quanto sia azzeccata la metafora fra organizzazione aziendale e jazz band.
Vedere sul palco, neppure tanto ampio, otto musicisti di valore, in grado di integrarsi perfettamente e al contempo di distinguersi ogni qual volta interviene un’assolo, una gag, ecc.
Dietro tutto ciò c’è indubbiamente preparazione individuale e competenza collettiva, ma anche passione, rispetto reciproca, voglia di produrre qualcosa che il singolo, neppure volendo, sarebbe in grado di realizzare da solo.
Leadership e followship si amalgamano e confondono in modo naturale; non emergono gelosie o reciproci sgarbi ad incrinare la prestazione. Batteria, percussioni e ritmica, piano e chitarra, i fiati; tutti gli attori in campo dialogano scrivendo le battute man mano che si dipana lo spartito.
Questo è ciò che cerco di portare nelle piccole e medie imprese, un’armonia organizzativa che generi risultati notevoli, senza sacrificare il benessere interno, anzi, offrendo gratificazioni immateriali quali la soddisfazione, il coinvolgimento e la consapevolezza del proprio valore.
Cosa serve? certamente sviluppare un’intelligenza organizzativa che nasca e si sviluppi dal singolo, ma che vada oltre, si ramifichi e consolidi stabilmente. Questo il lavoro che amo fare.
Grazie per l’attezione!
[Foto scattata a Trento, dicembre 2016]