
Ecco perché, per Gareth Southgate, l’educazione conta. In senso stretto e in senso lato, visto che è con lui che l’Inghilterra ha rotto una secolare tradizione di pragmatismo a favore di un approccio«culturale» al calcio. Il che vuol dire studiare il meglio che c’è in giro e farne tesoro: dal City di Guardiola (punto finale dell’evoluzione alla quale è andato incontro il calcio inglese da quando è diventato il laboratorio tecnico-tattico a livello mondiale) all’utilizzo di una psicologa non per i giocatori, ma per sé e il suo staff, in modo da farsi insegnare come comunicare meglio con i calciatori per spingerli a uscire dal loro guscio e socializzare meglio fra loro.
Tratto da Corriere.it del 8.07.2018, a firma di Tommaso Pellizzari
Come in un’azienda: allenatore di persone, con le loro paure e debolezze, prima che di dipendenti.
Meglio non dimenticarlo, mai!
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NB: Gareth Southgate è l’allenatore che ha portato squadra di calcio inglese ad una semifinale mondiale che mancava da ben 28 anni!