Piccoli?! Si diventa!

Certo, hai letto bene il titolo; piccoli si diventa.
Come?
In modo molto semplice; non accorgendosi che la propria azienda (o lo studio professionale), per quanto ben avviati, hanno bisogno di evolvere e svilupparsi, senza rischiare al contrari di rimanere bloccati in una routine che, un po’ alla volta, porta verso pericolose involuzioni.
E questo accade perché un imprenditore (o un professionista) costruiscono la propria creatura con un mix virtuoso di determinazione e competenza, che per un periodo ne determina la crescita e la penetrazione del marcato.
Il mix fra determinazione e competenza lo ho definito virtuoso, nel senso che una influenza l’altra, in una spirale evolutiva, che porta a conseguire risultati e soddisfazioni concrete.
Tutto questo almeno fino a quando non emerge la necessità, o quanto meno l’utilità, di affrontare la crescente complessità dell’azienda (o dello studio) e del mercato con strumenti più affilati e calibrati.
L’imprenditore ed il professionista si focalizzano soprattutto sul processo produttivo, perché è lì che si incardina la loro competenza, che si sentono forti e preparati; inoltre quello che hanno costruito sino a quel punto è nato generalmente proprio dal loro sapere tecnico ed operativo.
 
Ma arriva una fase della vita dell’azienda, nella quale l’evoluzione si interrompe e si entra in un periodo stagnante e poco soddisfacente, che può anche precedere una successiva involuzione ed addirittura il declino.
 
E questo perché l’assenza di competenze specifiche, soprattutto nell’area dell’organizzazione e della gestione, o anche in campo commerciale (con particolare riferimento al marketing), finiscono per influenzare pesantemente in negativo la vita dell’impresa, proprio quando sarebbe invece ora di cogliere pienamente i frutti di anni e anni di duro lavoro e di grande impegno.
 
E’ a questo punto che è necessario che l’imprenditore alzi la testa, faccia il punto della situazione e si dia da fare per introdurre nella squadra nuove competenze, ormai indispensabili per mettere il sistema in grado di svilupparsi ulteriormente (attenzione, non intendo per forza diventare più grandi!) migliorando le performance, la produttività e la capacità di interagire con il proprio mercato di riferimento.
 
Senza queste competenze il progetto imprenditoriale (o professionale) corre il rischio di rimanere monco, incompleto, senza sbocciare realmente mai.
Serve proprio la capacità di fermarsi, ragionare, scegliere nuovi compagni di viaggio, indispensabili per effettuare lo step successivo dell’evoluzione aziendale. 
 
Un imprenditore capace si mostra coraggioso anche in questo; sapere quando è l’ora di alzare la testa, confrontarsi con i benchmark del settore, importare in azienda novità e metodo.
Per faticare meno, incrementare i risultati e continuare a sorridere!
 
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[Foto scattata a Merano (BZ), novembre 2018]

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