
Nel tempo, più volte i post di Obiettivo Efficacia hanno affrontato la Legge di Pareto, e non passa giorno che, se poniamo attenzione, possiamo avere concrete dimostrazioni della sua validità.
Recentemente ne ho avuto due lampanti dimostrazioni:
- ho in mente come un gruppo di professionisti dinamici, in una manciata d’ore, sia passato dall’essere una semplice sommatoria di individui convenuti nel medesimo luogo, alla costituzione di un gruppo strutturato, connesso e capace di ragionare fin da subito su obiettivi, programmi ed eventi comuni. Dopo poche ore di conoscenza al singolo s’è sostituita la forza della squadra e il ritmo di idee e proposte è aumentato vertiginosamente, grazie alla sintonia ed all’entusiasmo; quella che si potrebbe definire una vera Esperienza Ottimale! I loro volti lasciavano trasparire la nuova condizione di creatività, fiducia reciproca, condivisione e coinvolgimento.
- Un cliente, mi ha raccontato oggi (con occhi entusiasti) i progressi raggiunti in un paio di mesi, dopo che assieme avevamo svolto un breve ciclo di incontri. In questo periodo ha svolto una dettagliata analisi dell’assetto organizzativo aziendale, acquisendo maggiore consapevolezza sulla produttività delle linee di servizio che attualmente gestisce e potendo così mettere in campo alcune ipotesi di miglioramento; si è dotato di un gestionale per programmare la propria attività e monitorarne lo sviluppo, andando oltre l’utilizzo dell’agenda per segnare le “urgenze”; ha assunto anche un collaboratore, per delegare alcune attività non strategiche per il suo lavoro. Tutto questo in poche settimane, senza peraltro mettere a repentaglio l’ordinaria amministrazione.
Molto si può fare, davvero, concentrandosi adeguatamente su ciò che è importante, senza disperdere attenzione ed energia.
Molto si può ottenere, soprattutto in questa fase estremamente liquida, dove i limiti sembrano veramente essere più nella mente che nella realtà.
Fare rete, essere flessibili, utilizzare al meglio le tecnologie.
Ma soprattutto da alcuni giorni mi viene in mente questa immagine: una persona qualsiasi quando pensa ad un progetto tende a mettere in campo fin da subito limiti e vincoli (invalicabili), mentre un’archistar vede il progetto nella consapevolezza che sarà in grado di superare i limiti e derogare ai vincoli.
Vogliamo metterci nei suoi panni?
Forza!