Facciamo i conti con la realtà

Da qualche giorno ormai, nella mia città si nota un contrasto stridente tra i segni della primavera che incalza e la desolazione di strade vuote, negozi chiusi, volti preoccupati e relazioni umane azzerate.

Già nelle ultime uscite presso i clienti, durante la settimana precedente, il clima era decisamente cambiato; la tensione montava, gli sguardi apparivano preoccupati e le relazioni cominciavano ad essere meno fluide e naturali:

Mi potrò fidare di questa persona a cui ho stretto la mano tante volte?

Che magari considero quasi un amico (e ora mi sembra decisamente più estranea dell’ultima volta che l’ho incontrata…)

I viaggi in auto erano cambiati, non solo per traffico scarso, prevalentemente formato da tir. Ma soprattutto per dubbi nuovi:

Mi fermo o no a bere il caffè al solito bar?

Sarà prudente o conviene tirare diritto?

Piccole abitudini a soqquadro, relazioni minime messe in crisi da un fattore sino a pochi giorni prima davvero imponderabile. Il dubbio e l’incertezza che crescono, inesorabili.

La fastidiosa sensazione di sentirmi stranito.

Fin da subito, dietro al volante, la ricerca di trovare un filo logico in questa situazione, che diveniva via via un’emergenza e provare a immaginare scenario e trama, per costruire una risposta degna di questo nome, valida dal punto di vista emotivo e solida in termini di contenuti.

Nella piena consapevolezza, che questa esperienza mi e ci sta tirando fuori tutti, a viva forza, dalla rassicurante cerchia di abitudini e credenze, dalla zona di confort per dirla in altra maniera.

Stiamo faticando, Dio solo sa quanto, ma stiamo anche facendo esperienza e imparando cose diverse dal solito, importanti.

Fra queste, anche una capacità nuova (speriamo) di rispettare le regole (e gli altri), di organizzare il tempo e di mantenere le relazioni umane.

E non è poco!

2 comments

  1. Anche a me colpisce molto il rispetto delle regole che sta emergendo da questa teagedia imprevista e improvvisa.

    Chissà forse é auspicabile che il dopo (quando torneremo alla normalità) sia un po’ diverso dal quotidiano che abitavamo prima……frettoloso, iperattivo e grondante di superficialità e cose superflue.

    Buona salute a tutti.

  2. Grazie Stefano,
    si, penso che, almeno per ora, l’esperienza renda l’uomo diligente. Bare e respiratori, uniti forse alla paura dell’invisibile, stanno cambiando i comportamenti e gli atteggiamenti. Una forma di rispetto per se stessi e per gli altri. Auspichiamo serva e speriamo duri!

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