
Li chiameremo Angela e Angelo.
Ieri, sul mezzogiorno, un’anziana signora infagottata nella sciarpa e con un pesante berretto in testa, arranca su una breve salita vicino a casa, trascinando con sé il carrello della spesa.
Si affanna, ma i passi sono piccoli ed incerti.
Alle sue spalle arriva di buon passo Angela; anche lei torna dal supermercato e porta la spesa nelle sue care borse di tela.
Vede davanti a sé che qualcosa non va per il verso giusto, rallenta e si affianca alla signora; si offre di darle una mano.
Sa bene che i contatti con persone sconosciute sono fortemente sconsigliati, soprattutto se anziane e apparentemente poco in salute.
Alla fine la signora si lascia aiutare e sorreggere, per riprendere il cammino verso casa.
Angelo guarda dalla finestra di casa sua, lì vicino, scende a dare una mano, lui prende il carrello della spesa; si offre di lasciare il numero di telefono e di aiutare per le prossime esigenze.
Finalmente Angela riesce a far rincasare la signora.
Non potevo non farlo
Questa la sua considerazione.
La sera prima avevo incontrato anch’io la signora mentre stava rincasando e avevo notato la sua fatica; mi ero fermato un po’ discosto per vedere se ce la facesse da sola. Mancavano solo pochi metri al portone.
Davvero, mi colpì immediatamente, come il mio pensiero corse subito alle raccomandazioni per evitare il contagio, quasi che aiutare una persona fosse divenuto un fatto secondario.
E mi ricordai di quando, molti anni fa, in una capitale estera vidi alcune volte degli anziani cadere per strada a causa della neve e nessuno fermarsi ad aiutarli a rialzarsi. Mi porto ancora dentro il disagio provato mentre assistevo a queste scene dal taxi.
Da ieri rifletto sul limite fra la salvaguardia della propria salute e la rinuncia all’umanità verso il prossimo, anche nelle minime cose.
Non voglio lasciarmi condizionare in questo dal virus. Grazie Angeli per avermi avvisato del pericolo.
Forza!
Proprio ieri pomeriggio ho dato la mia disponibilità, al titolare del piccolo supermercato di quartiere dove vado a fare la spesa, ad effettuare consegne a domicilio per aiutare gli anziani che non se la sentono di uscire di casa per la paura del covid19.
L’ho fatto in maniera repentina e senza troppi filtri, insomma mi è venuto dal cuore.
Poi a casa, riflettendo in merito alla disponibilità offerta, non nego di aver provato un po’ di paura.
Ma mi sono rasserenato quasi subito pensando al fatto che, se mi chiamano, usero’ mascherina e cautela ma non voglio correre il rischio di diventare indifferente o peggio ancora “disumano”.
Lo stesso vale anche per il lavoro e quindi in questa domenica mattina ben volentieri ho risposto alle telefonate ricevute da alcuni clienti che volevano informazioni per l’attivazione della cassa integrazione per tutelare i loro collaboratori.
Buona salute a tutti e un ringraziamento affettuso a Lei, caro Dr.Pozzatti, che in questi giorni offre il suo contributo per tenere accesa la luce di un ragionevole ottimismo.
Grazie Stefano; parlare oggi di umanità e disponibilità significa declinare scelte concrete e molto più controintuitive, anche solo rispetto an alcune settimane or sono.
Un saluto!