
Voglio tornare oggi su un tema organizzativo; l’assetto di aziende e studi professionali alle prese con l’emergenza Coronavirus, che hanno “scelto” di ricorrere al lavoro digitale, prevalentemente da casa (ovvero al nostro vecchio, caro e per tanti anni incompreso telelavoro).
Perché proprio ora?
Perché questo momento di assoluta emergenza, sta mettendo a nudo alcuni elementi di criticità, che al più presto vanno affrontati, gestiti e superati. Esperienze ed errori aiuteranno sicuramente a migliorare (e a imparare!).
Procedo punto per punto:
Swooommmmmm!
Catapultati in un battito di ciglia dalla scrivania con foto, post-it, orsetti e vasetti di fiori, al digitale più precario! In casa, in cucina, sul letto, di fianco ai figli che studiano, sul piano della cucina fra schizzi di sugo….
Il malefico vermetto invisibile è riuscito in un zac!, lì dove avevano fallito norme, incentivi, strumenti digitali, convegni, connessioni in fibra e quant’altro.
Ehi, fermo! Ma le persone, chi sta dietro i PC, è pronto? La durata del volo, dopo il lancio dalla catapulta, è stata sufficiente ad aggiornare le competenze? Certo che no; sono necessari rapidi, ma precisi momenti supplementari, per chiarirsi e chiarire le idee su cosa fare e come.
Questa situazione può contribuire ad amplificare non poco, la già forte sensazione di disagio e precarietà, che ormai da settimane si è fatta largo e ha invaso le nostre vite. Proprio mentre siamo chiamati a dar fondo a tutte le nostre risorse per resistere all’oggi e per immaginare una prossima ripartenza! La zona confort di ognuno sta subendo forti tensioni; fondamentale, come abbiamo già visto, costruire un nuovo equilibrio, per proteggersi e produrre una reazione adeguata.
Di necessità, virtù; questo è l’atteggiamento che siamo chiamati a mettere in campo, il prima possibile, capi, titolari, dipendenti e collaboratori.
In situazioni come queste, il capo svolge un ruolo fondamentale; si mostra interessato, presente e vicino, con atteggiamenti di confronto e di interazione attenta, oltre che di delega e richiesta di performance.
Chiaramente, in questa situazione nuova, il capo è il primo ad essere chiamato a ripensare in termini rapidi e precisi il proprio modo di “fare il capo”, in modo da risultare un traino e non un freno per il nuovo assetto organizzativo, ancorché temporaneo, e per il buon fluire dei processi.
Serve da un lato affrontare e gestire ansia e panico, dall’altra svolgere funzione di supporto rispetto all’isolamento forzato; sono particolarmente delicate (e quindi necessitano di grande attenzione) le fasi di transizione, che conducono ad una prassi almeno parzialmente consolidata, che svolge funzione di rassicurazione.
La capacità di gestire il feedback è importante anche nel lavoro a distanza, ad esempio per cercare di mantenere il raccordo tra le persone e non solo tra capo e singolo dipendente. E’ chiaro che a questo risultato concorre la disponibilità e l’utilizzo degli strumenti adeguati, che quanto prima devono divenire elementi di cultura professionale generale per tutta l’organizzazione coinvolta.
E’ spesso possibile e certamente utile applicare il reverse coaching: i più giovani e digitali, a prescindere dal livello ricoperto, possono validamente assistere e supportare l’apprendimento e l’azione di collegi (e titolari) ad impostazione analogica e meno digitalizzati, restituendo in tal senso l’azione di tutoraggio a loro volta in materia di competenze tecniche.
Va sottolineata alche l’importanza dell’impianto tecnologico a disposizione; pc portatili sono naturalmente predisposti per garantire operatività personale e connettività audio-video, mentre i sistemi desktop richiedono di essere espressamente attrezzati con videocamera e microfono.
In conclusione è importante ribadire, che in questa situazione assolutamente nuova il capo (imprenditore, titolare, manager…) svolge (o dovrebbe…) un ruolo fondamentale, che richiede assolutamente la capacità di affiancare alla competenza specialistica, le abilità di natura relazionale e di gestione del capitale umano dell’impresa e dello studio, anche in digitale ed a distanza, senza rinunciare al proprio stile ed alla necessaria dose di empatia.
Anche qui chi vince, per sé e per la propria squadra? Chiaro, colui che riaggiorna velocemente le proprie conoscenze ed i comportamenti organizzativi, ponendosi come facilitatore e non come ostacolo. E dando il buon esempio.
Grazie per l’attenzione e Forza!