
Lo so, lo so bene.
In questi giorni, in queste settimane, questa domanda suona davvero provocatoria.
E vuoi la verità? Lo è; appositamente.
Se ti può aiutare, incavolati pure con me, ne hai il diritto; ma tanto le cose non cambieranno, quindi fattela passare abbastanza alla svelta e andiamo avanti.
Abbiamo già affrontato l’argomento tempo in questo post e in questo video; oggi ritorniamo sul tema, a distanza di un paio di settimane, quando la consapevolezza del periodo che stiamo vivendo è maggiore e l’esperienza del cambiamento si sta via via sedimentando sotto forma di nuove abitudini. Proprio di queste ti voglio parlare.
Piaccia o no, dobbiamo fare i conti con un mondo diverso, che ha cancellato buona parte del “prima” e che ci costringerà ad arrivare al “dopo” percorrendo un “durante”, che al momento nessuno è in grado di dire come sarà realmente, quanto durerà e cosa comporterà in concreto.
La prima reazione è quella del fastidio e della fatica; e ci sta. Affrontare ancora mesi di incertezza e difficoltà non può certo entusiasmare nessuno. Chissà quanti progetti piccoli o grandi sono andati in fumo o sono stati rinviati, quante ore di sonno perse a riflettere su come reimpostare le cose e a sforzarsi di immaginare nuove prospettive per la propria vita ed i propri affari.
Ma questa è la cornice all’interno della quale si svolgeranno per un po’ le nostre esistenze; quindi ad un certo punto bisogna avere la voglia e la forza di tirare una riga e voltare pagina.
Quello che ci può aiutare è il tempo; lui è rimasto coerente con se stesso e le ore a disposizione son sempre 24 al giorno. Certo, è cambiata in modo repentino e spesso disarmante la loro modalità di riempimento; per alcuni gli impegni si sono ulteriormente infittiti, per altri diradati. Chi già prima non stava con le mani in mano, si vede sopraffatto; chi invece sperava di avere più tempo libero, si trova a fare i conti con ore vuote e una conseguente mancanza di prospettiva, che spesso angoscia.
Giornate e settimane sono comunque cambiate, proprio per via della forma e del colore che hanno assunto le ore della nostra vita.
Ma nell’uno e nell’altro caso, del troppo pieno e del desolatamente vuoto, dopo un comprensibile momento di smarrimento, per forza di cose la palla deve tornare in mano a noi; è questa la nostra àncora di salvezza!
Il modello di gestione del tempo a cui bene o male avevamo lasciato permeare le nostre vite e scandire il loro ritmo, ora manca; magari lo abbiamo maledetto molte volte, sognandone uno diverso, ma comunque ora ci manca e lo rimpiangiamo.
A scanso di equivoci, è meglio convincersi che a breve non tornerà (e chissà mai se e quando); il modello attuale, dettato dall’emergenza, ha il sapore della precarietà e molto spesso non è stato scelto, ma imposto dall’esterno.
Il fatto che non ti trovi a proprio agio nel tuo tempo consideralo una spia, un segnale di malessere, che indica l’esigenza e l’opportunità di uscire da quella situazione, per ricercarne una più favorevole alle tue attese.
Sono convinto che, se troviamo la voglia e la motivazione, possiamo approfittare di questo passaggio, per costruire un nuovo sistema di gestione del tempo, coerente sia con le nostre esigenze ed aspettative, che con i nuovi vincoli che si sono profilati e con quelli che via via emergeranno.
Il sistema per la gestione del tempo è la firma personale che ognuno di noi appone alla propria vita ed al proprio lavoro. Come ogni sistema, serve per essere d’aiuto a chi lo utilizza; rappresenta una guida, un metodo, una modalità per definire priorità e per programmare. Il sistema adottato prescrive le cose da fare, in parte dettate dall’esterno, in parte decise dalle scadenze, in parte definite dalla persona.
Il sistema di gestione del tempo conferisce all’approccio quotidiano alla vita ed al lavoro un passo, una cadenza, un ritmo che rassicurano, in quanto stimolano ad un impegno ormai diventato routine, che spesso non richiede né particolare impegno né rilevanti responsabilità, al di fuori del merito tecnico di alcune decisioni o problematiche.
In questo periodo in cui buona parte di queste abitudini consolidate sono saltate, questo approccio va ricostruito, per evitare di rimanere vittime di un tempo vuoto, un programma scarno o all’opposto eccessivamente denso e subìto, entrambe situazioni che non aiutano certamente a mantenere un atteggiamento positivo e concentrato nei confronti dell’oggi e del domani.
Come ho scritto sopra, il modo in cui gestisci il tuo tempo definisce la traiettoria della tua vita e del tuo lavoro; come me, anche tu sei stato tirato a viva forza fuori dai tuoi schemi abituali e devi reinventare la modalità con cui aiutarti quotidianamente ad ottenere risultati e ad essere soddisfatto di te stesso.
L’occasione è unica per introdurre cambiamenti anche significativi e per evitare che le contingenze decidano al tuo posto.
Gli strumenti a cui fare ricorso sono indubbiamente la capacità di adattamento mantenendo la centratura sulla direzione che hai deciso di intraprendere (resilienza) e l’empatia; quest’ultima, se vuoi, giocala soprattutto nei tuoi confronti, in questo delicato momento.
Come abbiamo scritto ormai parecchi giorni fa: bloccati sì, immobili no!
Il bicchiere è sempre mezzo pieno, forza!