
L’esperienza Covid-19 ha comportato parecchi problemi e lasciato strascichi da non sottovalutare.
La zona confort di ognuno ha subito forti tensioni e altre ne sta affrontando e ne affronterà nei prossimi mesi.
Nel momento in cui è stato abbandonato l’equilibrio abituale, ne è stato costruito uno nuovo, ancorché precario, per proteggersi e reagire.
Nessuno aveva in tasca la soluzione; dopo aver lasciato prassi consolidate, ne abbiamo create altre, che per quanto possano essere provvisorie e improvvisate, hanno contribuito a restituire animo e a rendere produttivo il lavoro che andava svolto.
In questo periodo di progressivo ritorno progressivo ad una “nuova normalità” si mettono in campo ulteriori nuove prassi ed abitudini, per ricercare forme diverse di produttività e di equilibrio.
In questi mesi c’è chi si è molto impegnato, dandosi da fare per costruire soluzioni e per arginare sconforto e problemi. Altri invece si sono chiamati fuori, aspettando che altri risolvessero le cose, anche al posto loro.
La reazione al Covid-19 ha fatto emergere i rapporti “reali” fra le persone, la loro capacità di gestire lo stress e di rapportarsi con le difficoltà.
E’ stata messo a nudo lo spessore di aziende, professionisti, titolari e dipendenti.
Può sembrare una considerazione un po’ cruda, ma si vedono e vedranno scivolare a terra diverse maschere.
Dunque un’occasione importante ogni titolare per calibrare e ridefinire alcune relazioni personali e di lavoro; perché la fiducia è una cosa seria, che merita grande attenzione e va riservata a chi dimostra di essere seriamente interessato e partecipe verso l’azienda o lo studio professionale per il quale lavora.
Forza!