Di che pasta sei fatto? Partiamo da qui.

Quando inizio un lavoro presso un nuovo cliente e parlo per la prima volta con i dipendenti, la priorità che mi pongo é capire se le persone che intervisto vogliano bene all’azienda o meno.

Esatto; considero la fedeltà all’azienda per la quale lavorano come una discriminante fondamentale per capire se e quanto posso investire su ognuno di loro.

Le storie che mi raccontano mi aiutano certamente a comprendere la genesi e le motivazioni del loro attaccamento (o meno) all’azienda, ma comunque mi baso sulla realtà del momento, sui comportamenti realmente agiti nel qui e ora.

Credo a tutti in partenza, ma mi fido soprattutto di quanto vedono i miei occhi, più che di ciò che ascoltano le mie orecchie.

Pensa che talvolta il mio lavoro consiste proprio nell’aprire gli occhi dei titolari, perché sarà pur vero che non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire, ma la mia esperienza mi porta a considerare quanto sia complesso e limitante quando non ci sia verso di far notare comportamenti evidenti messi in atto alla luce del sole, talvolta addirittura in modo fastidiosamente sfacciato.

Mi raccomando, tu non commettere questo errore. Ascolta sempre, ma soprattutto non fingere (a te stesso!) di non vedere. Volgere lo sguardo altrove non allontana i problemi, anzi!

Grazie per l’attenzione e forza!

1 comment

  1. Ascoltare ed osservare prima di tutto!
    Oggi più che mai collaboratori e imprenditori devono agire all’unisono, seguire con cura la programmazione (se non c’è va’ costruita e soprattutto messa a terra subito)

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