E siamo ancora qui…

E insomma sì, ci siamo di nuovo.

Tutti gli sforzi fatti sino ad ora per arginare la situazioni sono stati travolti inesorabilmente.

Le dighe più o meno strutturate si sono rivelate spesso troppo fragili, inconsistenti, talvolta anche piene di falle.

E allora ecco che ognuno di noi è tornato a rivedere situazioni già affrontate, ma che non avrebbe voluto rivivere, né per sé né per i collaboratori.

Ora poi la malattia si vede ancora più vicina, subdola, insinuante. Sembra di addentrarsi in un campo minato senza metaldetector e poggiare un passo dopo l’altro sul terreno con la prudenza necessaria, ma anche con la consapevolezza che bisogna comunque muoversi; la vita continua.

Sì, certo. La vita continua e abbiamo bisogno proprio di questo. Ne abbiamo bisogno come l’aria che respiriamo, per rimanere centrati e mantenere tutte le energie e gli stimoli per riuscire a continuare nei percorsi che abbiamo aperto e che contano su di noi per procedere.

Alcuni mesi fa abbiamo imparato a confrontarci con la resilienza; abbiamo imparato a resistere e a crescere grazie proprio alle difficoltà. Ora è il momento di rimettere in campo quell’energia eccezionale che ci ha fatto uscire dalla criticità e ricordare quanto abbiamo appreso allora.

E recuperiamo anche l’empatia verso chi ci circonda, a casa e al lavoro. E con essa il rispetto reciproco, anche se ogni volta che ci guardiamo intorno e pensiamo a questi due valori ci può sembrare di essere degli alieni, rispetto allo stile imperante.

Ma siamo testardi e coriacei e rimaniamo convinti sia giusto seguire le nostre convinzioni personali. Fin qui ci hanno condotto, anche con buone soddisfazioni.

Grazie per l’attenzione e forza!

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