
Sì, è questa la domanda che, implicitamente e talvolta addirittura esplicitamente, aleggia in molte aziende.
E, in qualità di consulente che svolge il suo lavoro dialogando e confrontandosi con le persone, accade sovente che questa domanda implicita o esplicita venda posta proprio a me.
Molti collaboratori si sentono da tempo trascurati da parte del proprio capo e mi fanno capire, anche in modo molto diretto, di avere bisogno di ricevere dal superiore quell’attenzione e quel riconoscimento che va molto oltre il mero scambio di informazioni necessarie per far funzionare ogni giorno i processi operativi.
E ciò accade perché il bisogno di riconoscimento e di considerazione che viene espresso dalle persone, non trova sempre una soddisfazione naturale e significativa all’interno dell’organizzazione. Questo genera un balletto di situazioni che rischia di sfociare in incomprensioni strutturali e fratture profonde, dopo momenti alterni di bisticci, musi lunghi, aspettative non soddisfatte, illusioni e disillusioni amare.
Poi, una volta che i solchi son stati scavati ed approfonditi, non è semplice né indolore eliminarli.
Proprio per questo motivo, vale la pena non trascurare mai la gestione e manutenzione delle relazioni interpersonali, sia fra colleghi che fra responsabili e sottoposti. Sembra una considerazione logica e ovvia (sembra!), ma purtroppo le cose non stanno quasi mai così, ahimè! E si finisce per pagarne le conseguenze, spesso decisamente a caro prezzo.
Cosa fare per curare e, soprattutto, come prevenire?
Le risposte alla prima e alla seconda domanda hanno la medesima radice: prenditi cura della comunicazione, con continuità e consapevolezza.
E quando parlo di comunicazione, non intendo solo il DIRE, quanto piuttosto l’ASCOLTARE e in particolare il voler ascoltare con attenzione, con concreta e visibile attenzione.
Questo accade di rado, perché la comunicazione aziendale è quasi sempre scarna e frettolosa (si perde tempo!) e si limita a trasmettere input, direttive e determinazioni necessarie per l’operatività. Ma le persone, per lavorare al meglio, non hanno bisogno solo di questo, quanto piuttosto di sentirsi a proprio agio e valorizzate all’interno del microcosmo nel quale vivono e operano.
Lei non viene mai da noi; negli ultimi due anni è entrato da quella porta solo quattro volte…
Questa frase significa: Lei, caro capo, non si prende praticamente mai la briga di venire a vedere come stiamo (immagini che in due anni le volte si contano sulle dita di una mano e addirittura ne avanza uno!), quali problemi abbiamo, come ce la stiamo passando tra di noi e come procedono i rapporti con gli altri settori aziendali.
E, se non Si interessa a me e a noi, significa che mi attribuisce scarso peso e non Le interessiamo più di tanto…
Ma Le pare che sia questo un comportamento da capo? Io/noi cosa dovremmo pensare, soprattutto in un periodo tanto complesso?
Se hai voglia di tenerne conto, la comunicazione ti può essere davvero molto di aiuto per diventare il tipo di capo che ogni sottoposto desidera avere accanto a sé:
- ricorda di effettuare e promuovere riunioni periodiche a livello di ufficio, settore e area aziendale, nelle quali ascolti e guardi negli occhi le persone, senza limitarti solo a parlare o, peggio, a lamentarti strepitando degli errori commessi, facendo scendere il morale del gruppo a livello del pavimento. Usa invece queste occasioni per stimolare e rassicurare, sfruttando la gestione degli errori come occasione per crescere e condividere il know-how aziendale;
- quando ti accorgi (senza far finta di nulla) che fra te ed un collaboratore o che fra due o più dipendenti si sta inceppando qualcosa, non esitare ad intervenire e a ricercare il chiarimento, prima che ruggini e nodi compromettano seriamente le relazioni interpersonali e finiscano con l’influenzare negativamente il clima interno e l’efficienza dei processi;
- non considerare MAI tempo perso i momenti che dedichi a chi lavora con te (ad esempio in occasione della consegna della busta paga) per scambiare due parole, ascoltare e guardare ciò che l’altro ti vuol esprimere, anche se in modalità implicita;
- non dimenticare mai che la parola Grazie! ed il sorriso fanno parte degli strumenti manageriali di un buon capo.
Se quanto hai appena letto ti sembra convincente, non ti resta che iniziare SUBITO a metterlo in pratica, con costanza e fiducia.
Ma attenzione! Non lasciare che la Grande Spugna cancelli i tuoi buoni propositi e ti ricacci in una routine che non soddisfa né te né la tua squadra.
Forza!