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Organizzazione aziendale e processo di delega: il cammino verso qualità e risultati

Ecco per te i video del DOSSIER DELEGA.

Affronto in modo concreto ed esaustivo tutto ciò che serve per comprendere ed attuare con efficacia il processo di delega all’interno di un’organizzazione.

Richiedi la mappa mentale al mio indirizzo e-mail, anche ponendo una domanda, se vuoi!

Buon ascolto e … buona azione!





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Come costruisco ed uso l’ORGANIGRAMMA per capire e comunicare l’azienda e far crescere la qualità

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Come gestire la delega per ottenere maggior qualità e sviluppo nel tuo gruppo di lavoro!

La delega è uno degli strumenti fondamentali per lavorare sulla qualità e sullo sviluppo dello studio professionale.

Come?

Attraverso il coinvolgimento e la valorizzazione dei collaboratori, sia in termini individuali che di gruppo.

L’interdipendenza è la dimensione matura dell’autonomia personale, che riconosce l’irrinunciabile importanza degli altri per la realizzazione dei progetti, delle iniziative e delle aspirazioni della persona.

Non è possibile – e nemmeno utile – fare a meno degli “altri”, ma è assolutamente importante maturare la competenza per rapportarsi al meglio con le persone, attraverso l’utilizzo efficace della delega, del coordinamento e della comunicazione.

La delega è dunque indispensabile sia in termini di efficacia (raggiungere i traguardi) che di efficienza (ottimizzare tempo e risorse); essa fa certamente riferimento all’area della attività importanti e non a quella dell’urgenza.

Parlando di delega è implicito chiamare in causa la leadership, che deve essere costruita sulla fiducia, dove fiducia significa in primo luogo coerenza con i valori professati.

Si entra quindi nella dimensione emotiva, che è parte integrante della sfera professionale e come tale va gestita ed utilizzata.

Delega: qualità e sviluppo dello studio professionale

La delega è uno strumento essenziale del management, della capacità di gestire organizzazioni e sistemi, attraverso le persone; ovviamente questo è sommamente importante in realtà operanti nel campo dei servizi, dove è la persona – singola ed in gruppo – a fare la differenza.

Soprattutto in questo caso la crescita dell’organizzazione non può assolutamente prescindere dalla crescita delle persona che vi lavorano.

Chi ‘rinuncia’ a ricorrere alla delega decide di ‘produrre in proprio’ limitando grandemente la propria ‘leva’ realizzativa, sia in termini quantitativi che qualitativi.

Delegare significa:

  • avere le idee chiare: capacità di pensare in termini di quadro generale ed in avanti; consapevolezza della realtà di cui si dispone. Avere le idee chiare è indispensabile per spiegare bene al collaboratore qual è il ruolo che egli deve ricopre, cosa deve fare, come, cosa ci si aspetta da lui in termini di risultati, comportamenti autonomia.

  • costruire rapporto con i collaboratori: conoscere ed essere ‘disponibile’ all’altro ed all’empatia; dare dei feedback tempestivi (performance review) sia in termini positivi (spesso non attuati) sia negativi, tenendo ovviamente sempre distinto il comportamento dalla persona. Dire frequentemente cosa va bene e cosa non va bene è importante per far si che il collaboratore disponga di una ‘strada’ segnata da seguire e per evitare che si accumulino dei dissapori che poi rischiano di portare ad ‘esplosioni incontrollate di scontento’, certamente mai utili nè costruttive.

  • avere autocontrollo e coerenza personale: fiducia in sè; motivazione a relizzarsi; capacità di lavorare sul ‘carattere’ oltre che sulle proprie competenze; voglia di innovare, costruire, migliorare. Autostima e autorevolezza riconosciuta sono componenti essenziali della leadership personale ed ovviamente dipendono dai comportamenti agiti e dalle abitudini assunte. Particolarmente importante risultano le reazioni nelle situazioni di stress e di difficoltà

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Delega: qualità e sviluppo dello studio professionale

I Nemici della Delega sono soprattutto tre:

  • il non curarsi della propria autostima e autorevolezza che sono alla base della leadership

  • il fare senza considerare l’altro ed il contesto

  • il non prendere il tempo che serve alla ‘manutenzione’ della propria organizzazione.

Avere a cuore il benessere della persona e del gruppo significa investire sulla qualità e sull’efficienza del lavoro, perchè evidentemente i risultati che si ottengono non sono disgiunti dal livello di benessere (psicologico) personale.

E’ chiaro come questa attenzione all’altro sia particolarmente importante quando l’organizzazione vive un momento di stress legato ad un picco di lavoro, ad un momento di cambiamento, ad una modifica dell’organico.

E’ altrettanto importante avere presente come in un momento di difficoltà come quello presente che si caratterizza per il venir meno di molte certezza rilevanti nella vita delle persone e per un diffuso pessimismo, veda il ricadere sul lavoro in senso lato, molte esigenza di rassicurazione e di ‘prospettiva’. Non è certamente obbligatorio farsi carico di tali aspetti, ma non è neppure saggio comportarsi in qualità di manager del proprio ufficio, come se così non fosse e se colui che si ha di fronte non fosse una persona ma ‘soltanto’ un lavoratore.

Grazie per la tua attenzione.

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Spieghi il Valore che costruisci ogni giorno con il tuo lavoro?

Dedichi del tempo e dell’attenzione a raccontarlo al tuo cliente, ai tuoi collaboratori, alle persone con cui ti rapporti?

Questo articolo è dedicato a chi ogni giorno lavora con grinta ed orgoglio per proporre il proprio stile, a chi ha voglia di esprimere se stesso anche attraverso la professionalità, a chi non si accontenta del già visto e sentito.

Che ne pensi?

Piccole attenzioni quotidiane sono in grado di generare risultati molto importanti

Creare qualità, cioè Valore, con sforzo ed attenzione e non farla conoscere al proprio cliente è un grande errore, ed espone al rischio di essere valutati solo o prevalentemente in base al prezzo, spesso l’unico ‘numero’ davvero compreso da chi acquista.
Puoi ovviare a questo rischio dedicando attenzione a comunicare e spiegare il
tuo Valore, attraverso lo stile che proponi, cioè attraverso atteggiamenti, comportamenti ed attenzioni.

Se non l’hai già fatto, REGISTRATI ORA ad Obiettivoefficacia!

Grazie per la tua attenzione.

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La comunicazione efficace dello studio professionale

ovvero… una leva potente per ottenere dal tuo lavoro le soddisfazioni e le gratificazioni che meriti.

Ti invito a considerare lo sviluppo professionale anche al di là della tradizionale formazione tecnico-specialistica, poichè sono assolutamente convinto che questa competenza possa essere ulteriormente valorizzata, se comunicata efficacemente al cliente ed al mercato, attraverso atteggiamenti e comportamenti organizzativi adeguati. Questo significa attribuire un ulteriore Valore aggiunto al proprio agire professionale, attraverso la ‘traduzione’ della propria competenza professionale in ‘termini’ pienamente comprensibili dal proprio cliente.

Inoltre, elemento non secondario, la capacità di utilizzo in termini personali e a livello di studio della comunicazione permette di disporre di ulteriori strumenti per interagire con un contesto complesso quale quello di crisi che stiamo attraversando, senza indulgere in semplificazioni poco attuali, ma potendo contare su una capacità di proposta quanto più flessibile e modulabile, ancorchè competente e convincente.

Inoltre, lavorare con piacere, soddisfazione ed ottenendo risultati; risultati economici, a livello di soddisfazione e benessere personale e di chi ci circonda.

Ma tutto questo è possibile solo per Valentino Rossi e per qualche altro fortunato calciatore, attore, cantante?

Oppure anche noi ‘mortali’ possiamo andare a costruire le nostre fortune, unendo soddisfazione a risultato economico, benessere a sviluppo di una carriera professionale?

Sono convinto che sia proprio così e ti invito seguire le mie parole con fiducia, per sperimentare concretamente gli argomenti e le indicazioni che ti propongo in questo video-articolo, che ho organizzato in due momenti.

La comunicazione dello studio professionale:

Parte prima: uno schema logico

I^. area: il marketing latente

  • il posizionamento
  • la qualità percepita
  • lo stile ‘imprenditoriale’

2^ area: la comunicazione quotidiana con l’esterno

  • l’opportunità del front-office
  • il valore dell’input
  • la customer satisfaction

3^ area: la comunicazione quotidiana interna

  • lo stile manageriale: delega e gestione
  • l’effetto esempio.

Parte seconda: i 9 killer della comunicazione dello studio professionale! Quali sono e come evitarli!

I^ area: il marketing latente

  • Posizionamento? Non ci penso!
  • Qualità percepita? Non saprei…
  • Stile ‘imprenditoriale’? Casuale; non ho un programma ben definito

2^ area: la comunicazione quotidiana con l’esterno

  • Al front office?! … l’ultimo arrivato’
  • Input (output): quel che viene…
  • Customer ‘satisfaction’ e sorriso: Il cliente dovrebbe ringraziarmi per quel che faccio per lui!

3^ area: la comunicazione quotidiana interna

Stile ‘manageriale’: Non uso un Sistema di Gestione e Controllo

  • Stile ‘manageriale’: Delego sulle ‘cose da fare’
  • Effetto esempio? Non ci penso e non lo curo.

Sono certo che avrai trovato nelle mie parole più di uno spunto per agire.

Bene, non lasciare che il contingente seppellisca quanto ti ha colpito; scrivilo, tienilo in evidenza e dedica costantemente un pò delle tua attenzione (= tempo) ad agire in tal senso.

Ti assicuro che ne vale la pena.

Grazie per la tua attenzione.

Andrea Pozzatti

9 comments

  1. Io sono lenta nell’apprendere concetti e atteggiamenti, soprattutto se si tratta di cambiare profondamente un’impostazione mentale in riferimento al lavoro. Quindi posso dire che intanto ho iniziato a convincermi che questo cambiamento è davvero utile e ho cominciato a leggere e riflettere sull’argomento.
    Vado avanti.
    Grazie per l’efficacia del suo lavoro.
    Raffaella Celentani

  2. Buon giorno Raffaella e ben reincontrata!
    In queste giornate di ‘profondo inverno’ e di montagne innevate, ricordo con particolare piacere la dolcezza dei paesaggi toscani.

    Innanzi tutto grazie per la tua attenzione e per la tua sincerità.
    In ciò che dici c’è una grande virità; cambiare le proprie abitudini in termini di comportamenti e di è sempre difficile, proprio perchè esse sono fortemente radicate in noi ed abbiamo anche un certo timore ad abbandonare le nostre ‘sicurezze’.
    E’ comunque certo che solo attraverso la volontà e la determinazione ognuno di noi può avviare e condurre in porto un cambiamento; inoltre la vera crescita personale avviene solamente quando si decide di fare un passo in avanti, abbandonare posizioni ‘sicure’ per raggiungere nuovi traguardi.

    Per quando attiene la fatica, beh, ti e ci consoliamo ricordando una frase di Mark Twain: “L’abitudine è l’abitudine, e non si può sbatterla fuori dalla finestra; bisogna, a forza di persuasione, farle scendere le scale un gradino alla volta.”

    Grazie ancora e a presto

  3. Complimenti per il blog e per i temi che ogni volta tratti!
    Quanto scritto sull’organizzazione aziendale e il processo di delega è bellissimo, vero, ma difficile da attuare!
    Purtroppo quando ti trovi in un contesto di studio allargato con degli pseudo-soci ai quali tutto ciò non interessa, la cosa diventa ancora più ardua e mi sembra quasi impossibile … come sensibilizzare senza perderci tutte le forze …e la pazienza?
    Non riesco a visualizzare i video: ci sono i riquadri con, in alto a sinistra, un piccolo quadrato al cui interno c’è triangolo blu, un cerchio verde e un quadrato rosso.
    Potrei avere la mappa mentale?
    Grazie e continua, anche se non scrivo ti leggo.
    Elisabetta

  4. gradirei anch’io ricevere la mappa mentale.
    grazie
    è stato un piacere conoscerla
    giuseppe

  5. Sono curiosa! Posso avere anch’io la mappa mentale? Mi potrebbe servire…..
    Grazie mille!
    Paola

  6. Gentile Dott. Andrea Pozzatti faccio seguito al convegno del 21 aprile 2016 a Lendinara Rovigo per chiederle se vuole unirsi al gruppo dei coach che collaborano nel programma matchcredit. Nel caso fosse interessato a valutare l’iniziativa le invio il “protocollo operativo” in uso dai coach-coordinatori. Nell’occasione buona giornata.

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